Il Bologna FC è finito nel mirino di un attacco hacker che ha compromesso dati sensibili e documenti legati al club, al tecnico Vincenzo Italiano, allo staff e ai calciatori. A rivendicare l’azione è stato il gruppo RansomHub, che ha trafugato circa 200 GB di informazioni, incluse cartelle sanitarie dei giocatori, conti bancari, strategie di mercato e dati personali di dipendenti e sponsor.
Il ricatto e la posizione del club
Gli hacker hanno minacciato di pubblicare il materiale sul dark web se il Bologna non pagherà un riscatto entro il weekend. Il club, tuttavia, ha già dichiarato di non voler cedere al ricatto e ha avviato verifiche interne, oltre a presentare denuncia alle autorità competenti.
RansomHub avrebbe sfruttato falle nella protezione dei dati del Bologna, accusando il club di non rispettare le normative europee sulla privacy (GDPR), il che potrebbe esporlo a sanzioni e a richieste di risarcimento da parte di tesserati e sponsor coinvolti.
I dati trafugati
Secondo Repubblica, il furto ha incluso documenti estremamente riservati, come:
- Cartelle sanitarie dei calciatori.
- Conti bancari privati.
- Strategie di mercato.
- Informazioni su abbonati e sponsor.
Il Bologna, reduce dal ko in Champions e impegnato sabato contro il Venezia, deve ora fronteggiare questa grave emergenza, che non solo mette in crisi la sicurezza dei dati, ma potrebbe avere pesanti ripercussioni legali e finanziarie.